La definizione di museo di ICOM
Fin dalla sua nascita ICOM propone ai suoi membri una definizione di museo, inserita nei suoi statuti e nel suo Codice di deontologia, e diffusa nel mondo intero.
Questa definizione ha svolto nel tempo due principali funzioni:
- ha definito il campo di responsabilità e di azione di ICOM, consentendo di individuare le istituzioni e i professionisti che potevano farne parte;
- ha orientato la normativa internazionale e nazionale e, ancor più in generale, la visione comune su cosa dovesse essere considerato un museo.
Per questo dal 1946 è stata modificata e integrata ben sette volte, fino alla versione attualmente in vigore, approvata dall’Assemblea generale di Vienna nel 2007.
A museum is a non-profit, permanent institution in the service of society and its development, open to the public, which acquires, conserves, researches, communicates and exhibits the tangible and intangible heritage of humanity and its environment for the purposes of education, study and enjoyment. [Il museo è una istituzione permanente senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che acquisisce, compie ricerche, espone e comunica il patrimonio materiale e immateriale dell’umanità e del suo ambiente per finalità di educazione, di studio e di diletto.]
Verso una nuova definizione
La necessità di aggiornare la definizione era già emersa nella Conferenza generale di Rio de Janeiro del 2013, ma è stata messa all’ordine del giorno in occasione della Conferenza generale di Milano del 2016, che ha approvato anche la costituzione di uno Standing committee for Museum Definition, Prospect and Potential (MDPP) per elaborarla. Per allargare il confronto e raccogliere le posizioni nelle diverse aree del mondo, ICOM ha lanciato anche un appello online ai soci, chiedendo loro di indicare quale dovesse essere la definizione di museo nel XXI secolo.
A seguito di questo appello sono pervenute 267 risposte che, a fronte di una domanda rivelatasi, a posteriori, troppo generica, hanno proposto approcci diversi e difficilmente comparabili: (da proposte di modifica della definizione a dichiarazioni sulla visione e le prospettive, a risposte volutamente ‘provocatorie’). Alcune di queste proposte erano state elaborate da singoli, altre, come nel nostro caso, da parte di Comitati Nazionali.
L’Assemblea generale di Kyoto e i successivi sviluppi
La situazione è precipitata quando, a pochi mesi dalla Conferenza generale di Kyoto, la proposta di definizione elaborata dallo Standing Committee è stata approvata (a maggioranza) dall’Executive Board e messa all’ordine del giorno dell’Assemblea generale, senza dare la possibilità ai Comitati nazionali e internazionali di discuterla preventivamente. Il testo elaborato dal Comitato permanente MDPP1 è il seguente:
Museums are democratising, inclusive and polyphonic spaces for critical dialogue about the pasts and the futures. Acknowledging and addressing the conflicts and challenges of the present, they hold artefacts and specimens in trust for society, safeguard diverse memories for future generations and guarantee equal rights and equal access to heritage for all people.
Museums are not for profit.
They are participatory and transparent, and work in active partnership with and for diverse communities to collect, preserve, research, interpret, exhibit, and enhance understandings of the world, aiming to contribute to human dignity and social justice, global equality and planetary wellbeing.
Questa inusuale procedura ha determinato da più parti una reazione fortemente critica – sia per il metodo adottato sia per il merito della proposta – portando alla richiesta di un rinvio dell’approvazione, attraverso una mozione approvata nell’Assemblea straordinaria di Kyoto da più del 70% dei votanti.
Lo Standing Committee, integrato dopo la Conferenza Generale con nuovi membri (MDPP2), di fatto non è riuscito a funzionare, e dopo le dimissioni della coordinatrice Jette Sandal e di altri componenti, seguite da quelle della presidente di ICOM e di alcuni membri dell’Executive Board, è stato insediato, sotto la presidenza di Alberto Garlandini, un nuovo Comitato, rinominato ICOM Define, coordinato da Bruno Brulon (presidente di ICOFOM) e Lauran Bonilla-Merchav (ICOM Costarica), che ha definito precisamente modalità e tempi del processo di ampia consultazione e di elaborazione della proposta di definizione (quattro fasi divise in 11 step, della durata complessiva di 18 mesi) che sarà presentata per l’approvazione alla Conferenza generale di Praga dell’agosto 2022.
Per saperne di più e seguire gli sviluppi pubblicati sul sito di ICOM nell’area riservata ai soci:
https://icom.museum/en/resources/standards-guidelines/museum-definition/
Il dibattito in ICOM Italia (2018-2020)
Il Comitato italiano già nel 2018 aveva creato un gruppo di lavoro su questo tema e, dopo averne discusso in più sedi e occasioni (si ricordano in particolare gli appuntamenti organizzati dai Coordinamenti Regionali e il Convegno tenuto all’Università statale di Milano l’8 maggio 2019), aveva elaborato una proposta di aggiornamento della definizione e l’aveva comunicata al Comitato permanente.
Il Museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, accessibile, che opera in un sistema di relazioni al servizio della società e del suo sviluppo sostenibile. Effettua ricerche sulle testimonianze dell’umanità e dei suoi paesaggi culturali, le acquisisce, le conserva, le comunica e le espone per promuovere la conoscenza, il pensiero critico, la partecipazione e il benessere della comunità.
A Kyoto la nostra delegazione, insieme a ICOM Europe e con la maggioranza dei Comitati europei, ha partecipato ai diversi incontri preparatori, esponendo - nell’ambito di un incontro organizzato da ICOFOM, Comitato internazionale per la museologia e da ICOM France – il percorso partecipativo adottato per produrre una proposta italiana di definizione e si è espressa al momento del voto in assemblea con un intervento a sostegno della richiesta di rinvio.
ICOM Italia è inoltre intervenuta al Convegno De quelle definition les musees ont-ils besoin ?, organizzato da ICOM France a Parigi il 10 marzo 2020 cui hanno partecipato 41 Comitati nazionali e internazionali (per saperne di più: consultare gli Atti pubblicati nel giugno 2020, pp. 90-92 e pp. 126 e seguenti: https://www.icom-musees.fr/index.php/ressources/de-quelle-definition-les-musees-ont-ils-besoin). Ora, nel momento in cui a livello internazionale si è deciso di riaprire il dibattito, ascoltando l’opinione dei soci, ICOM Italia ha stabilito di promuovere un ampio confronto fra i suoi soci e più in generale nella comunità museale italiana.