Ultimo aggiornamento: 30 giugno 2020
Dal 25 maggio al 30 giugno 2020 ICOM Italia ha pubblicato le Pillole di comunicazione digitale. Piccoli consigli pratici per i Musei, scaturite dai risultati dell’indagine condotta e dai risultati del questionario somministrato tra il 23 e il 30 aprile 2020 (si veda in fondo a questa pagina).
Quasi il 90% dei Musei ha creato contenuti ad hoc dopo la propria chiusura al pubblico.
Quasi la metà dei Musei che hanno risposto SI alla domanda “Avete realizzato contenuti digitali ad hoc dopo la chiusura?” ha dichiarato di aver prodotto nuovi contenuti in percentuale molto alta: dall’80% al 100% sul totale.
Di questi, solamente il 18% ha poi dichiarato di aver allocato delle risorse economiche (al netto dei costi di personale interno e/o di struttura).
La sospensione delle attività museali aperte al pubblico durante il lockdown ha sicuramente liberato risorse da dedicare alla gestione della comunicazione digitale, ma…
▶️ Si tratta di figure professionali qualificate?
▶️ E adesso cosa succederà?
Dall’analisi dei Musei che hanno dichiarato di aver creato tra l’80% e il 100% di contenuti nuovi durante il periodo di chiusura, si evince come prima i canali social (principalmente Facebook) venissero utilizzati quasi esclusivamente per ricordare appuntamenti: visite, eventi, ricorrenze, conferenze…
Durante la chiusura le collezioni sono diventate protagoniste: approfondimenti (generici e/o tematici), curiosità, rubriche, quiz, etc.
▶️ RIFLESSIONE SULLE PROFESSIONI…
… è possibile integrare nuove professionalità?
… è possibile formare il personale già presente?
▶️ LE COLLEZIONI “NASCOSTE”… solo il 27% dei Musei analizzati hanno pubblicato contenuti inerenti gli oggetti in deposito.
Ripensarne la comunicazione può creare curiosità e attenzione sia per i fruitori digitali, che per vari motivi non possono visitare il Museo, che per i fruitori ora digitali e domani fisici!
I feedback derivanti dal web e dai social possono ispirare scelte curatoriali nuove.
▶️ PIANO EDITORIALE… impariamo da quanto abbiamo fatto in emergenza e mettiamo a sistema l’esperienza.
Come effettuare un corretto monitoraggio delle attività digitali
Oltre l’80% dei Musei che hanno compilato il questionario ha risposto positivamente alla domanda relativa al monitoraggio delle proprie campagne / attività digitali.
Dalle risposte alla domanda di approfondimento “Indicare, se dispo-nibili, i primi risultati / trend” emergono alcune perplessità sulla corretta messa in atto del monitoraggio delle attività digitali
▶️ Il 20% dei Musei ha dichiarato di non avere dati disponibili
Questo dato fa scattare un campanello d’allarme, in quanto il monitoraggio è qualcosa di costante e, per quanto le risorse siano limitate, “non avere dati a disposizione” è poco coerente con la risposta SI alla domanda “state monitorando”.
▶️ Il 45% dei Musei ha fatto dichiarazioni molto generiche
Al netto della valutazione che alcuni Musei possono aver volutamente deciso di non condividere dei dati più puntuali (per privacy, per mancanza di tempo durante la compilazione, etc.), rimane il dubbio che invece l’Istituzione non li abbia a disposizione e che dunque il monitoraggio sia superficiale.
CON 15 MINUTI AL GIORNO…
… è possibile effettuare un monitoraggio di base dei profili Facebook e Instagram e del sito web!
CON 45 MINUTI A SETTIMANA…
… è possibile effettuare un monitoraggio approfondito dei profili Facebook e Instagram e del sito web!
Un corretto e costante rimando tra sito web e canali social
Siete ancora chiusi? Siate sicuri che sul vostro sito web vi sia un chiaro riferimento ai vostri canali social, non solo come icone, ma con una comunicazione ad hoc (es. una news). Così facendo il pubblico potrà continuare a seguire facilmente le vostre iniziative digitali. Ciò vale anche nel caso in cui abbiate verificato che i canali social costituiscano un access point diretto per molti.
Avete riaperto? Assicuratevi che sul vostro sito web siano sempre chiari i riferimenti ai vostri canali social e che, vice-versa, il riferimento al sito web sia ben presente su di essi.
Ultimo aggiornamento: 30 aprile 2020
ICOM Italia ha avviato un’indagine su quanto realizzato dai Musei in termini di comunicazione digitale dal momento della loro chiusura: sono stati presi in esame alcuni parametri specifici, che è stato possibile valorizzare attraverso un’osservazione dall’esterno.
A questa analisi è stato affiancato un questionario di 5 domande al fine di integrare ciò che non era possibile vedere e comprendere da fuori.
Oggi pubblichiamo i primissimi risultati emersi dal questionario, mentre si procederà poi ad un’analisi più approfondita, che possa dare come frutto considerazioni e consigli utili.
Quasi il 90% dei Musei ha creato contenuti ad hoc dopo la propria chiusura al pubblico.
La maggior parte dei Musei ha realizzato una percentuale molto alta di contenuti ad hoc in questo periodo di chiusura, rispetto ai contenuti abitualmente pubblicati sui propri canali digitali.
Più di un terzo dei Musei ha attivato nuovi canali social o ha riattivato canali social per i quali avevano creato un account, ma che erano rimasti del tutto o in gran parte inutilizzati.
La maggior parte dei Musei non hanno utilizzato risorse economiche per le attività di comunicazione digitale realizzate dopo la chiusura. Vi è purtuttavia un 16% delle istituzioni che ha allocato del budget per tali attività.
Oltre l’80% dei Musei stanno monitorando le proprie attività, tuttavia circa il 40% non ha a disposizione i risultati al momento. Alla domanda di approfondimento “Indicare, se disponibili, i primi risultati / trend” (i cui risultati saranno pubblicati nei prossimi giorni) in molti casi sono state date risposte piuttosto generiche.
Circa un terzo dei Musei sta portando avanti attività con le scuole anche in questo periodo. Dalle risposte alla domanda di approfondimento “Specificare quali, indicando modalità e piattaforme utilizzate” (i cui risultati saranno pubblicati nei prossimi giorni) è emersa una grande varietà di proposte differenziate e creative.