La riapertura dei Musei: editoriale del 27 aprile 2020

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La riapertura dei Musei: 18 maggio 2020

L’annuncio della graduale riapertura dei musei a partire dal 18 maggio – data che coincide per ICOM con la Giornata internazionale dei musei – costituisce un importante segnale di fiducia e di speranza nel futuro.

Grazie all’impiego del digitale e al loro spirito creativo i professionisti dei musei sono riusciti a mantenere, in questo periodo di emergenza, il filo dei rapporti con il pubblico fidelizzato e a creare un dialogo nuovo con un pubblico fidelizzato e con una platea più ampia di persone interessate all’arte e alla cultura, con professori e studenti, nel nostro paese e all’estero, ma i nostri musei, siti archeologici, monumenti, parchi storici vivono solo se frequentati, se animati dagli sguardi, dalle emozioni, dai pensieri di chi si immerge, corpo e anima, nella loro atmosfera, nella visione degli oggetti e nelle relazioni temporali e spaziali, ideali e materiali che essi evocano o che gli allestimenti suggeriscono.

Siamo consapevoli delle difficoltà che i musei si troveranno ad affrontare e sappiamo che non tutti saranno in grado di riprendere immediatamente le attività, ma il percorso di rinascita è ormai avviato e a noi tutti cercheremo di sostenerlo con senso di realtà, ma anche con un pizzico di utopia

A monte bisognerà verificare le effettive disponibilità finanziarie, quantificare le perdite ele possibili entrate future; in qualche caso sarà necessario riesaminare i rapporti con i privati (profit e non profit) nella governance e nella gestione degli istituti, , rivedendo funzioni e responsabilità reciproche, ma occorrerà anche studiare nuove modalità di partecipazione delle associazioni del Terzo settore e incentivi per promuovere forme diffuse di filantropia.

La crisi che attraversiamo potrebbe costituire, d’altra parte, l’occasione per dare vita a forme più salde di cooperazione fra istituti, attraverso la creazione di servizi comuni e la condivisione di strumentazioni e personale qualificato, consentendo così anche ai musei più piccoli quel salto di qualità auspicato e promosso dal Sistema museale nazionale.

La situazione imporrà, ne siamo consapevoli, inevitabili revisioni della spesa, ma ci auguriamo che le amministrazioni responsabili non operino tagli orizzontali, automatici, e siano disposte a verificare invece con i direttori le economie realizzabili, rispettando le esigenze prioritarie e senza sacrificare, in ogni caso, la manutenzione delle strutture e delle collezioni. In ogni istituto sarà indispensabile una riprogrammazione delle modalità di fruizione – in considerazione della domanda reale e delle esigenze organizzative – e l’individuazione delle attività che non è possibile rimandare, cercando, per quanto possibile, di salvaguardare i livelli occupazionali professionisti museali che operano internamente o come collaboratori e che hanno consentito di erogare servizi culturali e sociali rilevanti. Per mantenere in vita i musei, piccoli e grandi, della Penisola e renderli attivi, visibili, utili, efficaci, non sarà sufficiente, insomma, riaprire le loro porte, ma occorrerà discutere a livello nazionale e locale, in via generale e caso per caso, la loro sostenibilità economica e la loro utilità sociale.

Come è stato sottolineato da più parti, e dalla stessa ICOM a livello internazionale, saranno indispensabili notevoli finanziamenti pubblici, europei, nazionali, regionali, in controtendenza con quanto avvenuto negli ultimi anni in tutto il mondo. Per ottenerli, in un periodo in cui sono certamente più pressanti le esigenze legate all’emergenza sanitaria, alla crisi delle imprese, alla disoccupazione, , alla riduzione del reddito familiare, i musei (come gli altri istituti e luoghi della cultura) dovranno dimostrare di essere dei riferimenti ineludibili per le comunità di prossimità, non solo custodi di tesori artistici e testimoni di memorie, ma soggetti attivi in grado di incidere sul miglioramento del benessere delle persone (particolarmente importante dopo un periodo di lutti, di preoccupazioni, di solitudine), e di concorrere, in sinergia con le istituzioni scolastiche e accademiche, alla diffusione della cultura e della coscienza civile, e con le autorità locali e l’associazionismo all’attenuazione delle differenze sociali e alla rigenerazione urbana. Questo consentirà tra l’altro di intercettareenergie diverse e promuovere il contributo di tutti, dalle fondazioni di origine bancaria agli amici dei musei, dalle imprese del territorio ai singoli cittadini.

Parallelamente gli istituti dovranno ricercare possibili fonti di entrate per sopperire in parte ai ridotti incassi di bigliettazione, attraverso servizi di informazione e consulenza, creazione di prodotti editoriali e multimediali da proporre sul mercato, progetti speciali per particolari categorie di utenti, utilizzo del marchio ,condizioni particolari di gestione degli spazi e delle strutture.

Nel periodo di transizione che ci attende, la cosiddetta Fase 2, non sarà facile superare le difficoltà organizzative necessarie per garantire innanzitutto la salute del personale e dei visitatori. Sulla base delle indicazioni delle autorità sanitarie e amministrative, i musei devono mettere in piedi in tempi relativamente brevi dispositivi e procedure per evitare ogni possibile contagio, limitare i contatti fisici con superfici e oggetti, osservare le distanze di sicurezza, rivedendo le forme di biglietteria e accoglienza, di controllo e assistenza ai visitatori, riorganizzando gli spazi espositivi e programmando la direzione dei flussi e il numero massimo di persone per ciascuna sala. Ulteriore attenzione dovranno dedicare alla frequente pulizia e disinfezione dei servizi igienici, alla fornitura di materiale disinfettante per lavoratori e visitatori, all’areazione frequente degli ambienti, assicurando l’uso di metodi e prodotti già testati che non danneggino il patrimonio museale. 

A tal fine, sono state prodotte Linee guida e vademecum, più o meno analitici, per guidare le scelte dei direttori dei musei e ICOM li metterà a disposizione sul proprio sito.

Nel programmare il nuovo assetto organizzativo appare indispensabile la condivisione delle scelte con tutto il personale e la formazione di coloro i quali si trovano a interagire con il pubblico e a governare eventuali situazioni di emergenza. Ugualmente importante è l’informazione puntuale, attraverso il sito web e un pannello all’ingresso del museo, sui comportamenti che il pubblico dovrà osservare scrupolosamente nel corso della visita, e che sarà ricordato gentilmente dal personale in caso di trasgressione. Tale attività sarà organizzata in coerenza con le finalità civiche ed educative del museo.

Non tutti i musei si troveranno ad affrontare nell’immediato gli stessi problemi. Gli istituti che hanno un’affluenza limitata di visitatori incontreranno minori difficoltà nell’assicurare il rispetto delle norme di distanziamento, ma scontano spesso una mancanza di direzione e di personale qualificato. I grandi musei, generalmente molto frequentati, sono ora obbligati ad attivare forme di bigliettazione e pagamento online, prevedere sistemi taglia-fila, tornelli elettronici e controlli capillari dei movimenti delle persone, assicurando che non abbiano un impatto negativo sulla qualità degli spazi storici. Essi sono certamente meglio organizzati e in grado di elaborare piani di valutazione dei rischi, ma soffrono per la drastica riduzione delle presenze legate al turismo internazionale, quei numeri che consentivano loro, finora, una notevole autonomia finanziaria.

Tuttavia, al di là delle differenze legate alla proprietà, alla dimensione, alla tipologia delle collezioni, i professionisti museali si troveranno dopo la pandemia ad affrontare una serie di questioni comuni.

Sarà necessario studiare politiche idonee per ribadire e rafforzare il ruolo del museo come servizio pubblico essenziale, ragionando non al chiuso del loro mondo, ma in un contesto più ampio; dovranno mettere in campo risorse creative e ricercare soluzioni innovative per attirare l’interesse dei viaggiatori e dialogare con pubblici diversi e interagire con il mondo della scuola, coinvolgendo altri esperti di discipline diverse e trasversali (pedagoghi, sociologi, psicologi, economisti, scienziati), ricercando utili alleanze nella società civile e negli amministratori pubblici  per concorrere a costruire lo sviluppo sostenibile nei  territori e delle città.

Per sostenere questo percorso di riflessione e sperimentazione, ICOM Italia ha aperto dei laboratori di approfondimento e discussione su temi (qui di seguito proposti) che saranno particolarmente rilevanti alla ripresa delle attività.  Dopo aver raccolto in merito la documentazione nazionale e internazionale, che metterà a disposizione sul sito, intende aprire un ampio confronto sollecitando sperimentazioni e scambi di esperienze. Anche in collaborazione con altre associazioni museali e con istituzioni pubbliche e private.

L’utilizzazione delle piattaforme digitali, che hanno consentito in questi due mesi, oltre al lavoro agile, l’organizzazione di riunioni e webinar, faciliterà occasioni di formazione e di discussione, cui seguiràla graduale produzione di documenti e raccomandazioni da condividere con la comunità museale.

  1. Analisi e riflessioni generali sull’impatto della pandemia sui musei
    Numerose associazioni e istituzioni pubbliche, all’estero e in Italia, hanno avviato indagini per monitorare i danni causati dal lockdown agli istituti e alle persone occupate nel comparto. Alcuni esperti propongono riflessioni e proposte per la ripresa
  2. La sicurezza nei musei e le nuove modalità di fruizione nei luoghi della cultura
    La sicurezza e conservazione delle strutture e delle collezioni durante l’emergenza sono state oggetto da parte di ICOM di una specifica Raccomandazione Link. In vista dell’imminente riapertura dei luoghi della cultura è necessario adottare misure idonee per tutelare la salute dei lavoratori e dei visitatori
  3. Museo e sviluppo sostenibile: politiche e azioni per il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030
    I musei si interrogano sulle nuove sfide che dovranno affrontare per concorrere a costruire il benessere dei cittadini, la coesione sociale dei territori, il rispetto dell’ambiente e la salvaguardia dei beni e del paesaggio, declinando alla luce dei nuovi scenari gli Obiettivi dello Sviluppo sostenibile 2020-2030 promossi dalle Nazioni Unite.
  4. La comunicazione digitale: l’esperienza dei musei al tempo dell’emergenza e le nuove strategie
    A porte chiuse i musei hanno continuato la funzione di servizio pubblico attraverso una produzione di iniziative sul web di grande interesse che ICOM ha raccolto in bacheche Padlet e ha avviato un’indagine sulle iniziative di comunicazione digitale messe in atto dai Musie. Ma come in futuro la tecnologia digitale renderà più visibili, accessibili e competitivi i musei migliorando non solo le attività di comunicazione ma anche quelle legate alla conservazione, documentazione e ricerca del patrimonio culturale?
  5. Musei, scuole e università
    Anche le scuole e le università hanno sperimentato in tempi rapidi inedite forme di didattica e formazione a distanza. In questo scenario i musei potranno costruire nuove alleanze con docenti e studenti condividendo modalità diverse di fruire il patrimonio culturale, innovando le pratiche educative e costruendo insieme programmi e progetti che stimolino il senso di appartenenza del museo come luogo di crescita e conoscenza.
  6. Dal turismo globale al pubblico di prossimità
    In un clima di rischio sanitario I flussi turistici internazionali per molto tempo andranno incontro ad una drastica riduzione provocando un forte impatto sulle economie dei musei. Si dovranno ripensare le politiche di attrattività dei territori coinvolgendo i pubblici più prossimi e quelli ancora ai margini, sviluppando strategie di cooperazione tra i luoghi della cultura e le realtà produttive territoriali. Si potranno studiare inoltre modalità di accesso e tariffe diversificate da applicare in via sperimentale nei prossimi mesi
  7. Collezioni permanenti e mostre: come cambiare l’offerta in ambito espositivo
    La diminuzione del pubblico e delle risorse pubbliche cambierà anche il modo di concepire le mostre. Non più mega esposizioni, ma mostre più sostenibili, basate su seri percorsi di ricerca che valorizzino le collezioni museali esposte e le opere nei depositi evitando meccanismi puramente commerciali.
  8. Gli obiettivi della nuova programmazione europea dopo la pandemia
    La nuova programmazione europea 2021-2027 dovrà porsi obiettivi strategici per promuovere l’offerta culturale e turistica in una prospettiva di sviluppo sostenibile e integrato dei territori investendo a favore dell’innovazione tecnologica e della crescita occupazionale del settore culturale e delle industrie creative.
  9.  Iniziative a sostegno del settore museale e dei professionisti più a rischio
    I musei, soprattutto i più piccoli e i musei privati, versano oggi in situazioni economiche estremamente gravi e gli operatori che hanno garantito, fino ad oggi, servizi essenziali per la vita dei musei avranno la necessità di essere tutelati con investimenti pubblici e misure economiche straordinarie.
  10. Smart working in ambito museale: ripensare le attività on ed off line
    L’accelerazione del lavoro agile al tempo dell’emergenza ha dimostrato che anche nel settore museale si è intrapreso un percorso senza ritorno che mette in gioco nuove competenze e professionalità, per espletare attività ordinarie e progettare inedite forme di fruizione e diffusione culturale anche nell’ottica di promuovere e rafforzare quelle attività che non possono prescindere dal rapporto diretto con le collezioni e il pubblico.